Se fido da solo distrugge casa… – L. Pierantoni

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Lucky è un giovane meticcio di Beagle con una vita appagante e piacevole. La sua famiglia è composta da quattro persone. Luca e Giovanni sono adolescenti e stanno tanto fuori casa, ma quando sono presenti amano giocare con il loro amico a quattro zampe. Elvira è la persona che più si occupa di Lucky, insieme fanno lunghe e quotidiane passeggiate durante le quali Lucky ha anche la possibilità di giocare con altri cani. Elvira è in casa il pomeriggio e Lucky è solito dormire profondamente sul divano mentre lei lavora al computer.

LA TRASFORMAZIONE DI LUCKY

La mattina, però, Lucky viene lasciato solo e, dice Elvira, da “angelo a quattro zampe” si tra- sforma in “demone”. Quando Elvira torna a casa trova sempre un disastro, il telecomando mangiato, i cuscini del letto distrutti, la porta di casa graffia- ta, a volte addirittura la pipì sul divano. Lucky è lì, “mortificato” per i “dispetti” fatti, è nascosto, non si avvicina, “sa di aver sbagliato”.

ANIMALI SOCIALI, LA SOLITUDINE FA MALE

I cani sono animali sociali e la solitudine è per loro del tutto innaturale. Anche i cani apparente- mente indipendenti come Lucky, che possono passare ore in una stanza diversa da quella dei proprietari, ba- sano la loro indipendenza proprio sulla certezza che il proprietario è presente. I cani sono adattabili e molti di loro imparano ad accettare o tollerare le uscite dei proprietari, ma alcuni cani non si “abituano” mai e, anzi, appaiono soffrire terribilmente della separazione dal resto della loro famiglia.

DISTRUTTIVITà E VOCALIZZAZIONI

Più del cinquanta per cento dei cani soffre, nel corso della sua vita, di problemi correlati alla se- parazione, manifestando sintomi estremamente va- riabili come distruttività, vocalizzazioni, eliminazioni di feci e urine o sintomi più difficili da essere valutati dal proprietario come nascondersi, tremare, sbavare, camminare avanti e indietro.

CAMBIAMENTI RADICALI E TRAUMI

Tali problemi interessano soprattutto cani che sono stati ospitati in canili o soggetti che tornano da una pensione o che vivono grosse modifiche nella routine o nella famiglia. Oppure cani che, per i mo- tivi più disparati, sviluppano un attaccamento estremo al loro proprietario. Il miglior amico dell’uomo può svi- luppare tale patologia in qualsiasi momento della sua vita: da cucciolo, in seguito al trasferimento dall’attac- camento materno al proprietario o, più tardivamente, in seguito a condizioni ambientali che alterano la rou- tine al quale il cane è abituato o ad episodi traumatici che si verificano in assenza del proprietario.

ALLA RICERCA DISPERATA
DEL RIFERIMENTO UMANO
Il cane ansioso lasciato solo cercherà disperata- mente il suo gruppo umano arrivando a distrug- gere gli oggetti dei proprietari, grattando porte e fine- stre nel tentativo di scappare, abbaiando o ululando eccetera, e tutto ciò solo per scaricare l’ansia che lo attanaglia al momento della separazione.

SCAMBIATI ERRONEAMENTE PER “DISPETTI”

Questi comportamenti, che sono, quindi, l’unico modo che il cane ha per scaricare tensione e disagio,

vengono spesso interpretati dai proprietari come “dispetti” e, di conseguenza, molti proprietari ten- dono a sgridare i loro cani al rientro o, al contrario, lodarli quando non hanno combinato guai…niente di più sbagliato! L’incoerenza di questi rientri, l’alternarsi di carezze e rimproveri contribuisce a generare nel cane uno stato ansiogeno.

SAPER LEGGERE I SEGNALI DI CALMA

Gli animali che, al rientro del proprietario, invece di fargli le feste si nascondono o manifestano se- gnali di calma (girare la faccia, leccarsi le labbra, camminare lentamente) non lo fanno, come spesso si crede, perché si “sentono in colpa” o perché “sono mortificati”, ma solo perché aspettano, con estremo disagio, di conoscere quale sarà, questa volta, l’umore del proprietario, nonché di placare il suo eventuale evidente nervosismo.

UN VIDEO PER CAPIRE SE DA SOLO SI STRESSA

Molti cani giovani che non svolgono sufficiente esercizio fisico possono distruggere oggetti quando soli semplicemente per gioco o per noia, alcuni cani abbaiano solo perché sentono rumori esterni o eli- minano in casa perché non hanno ancora imparato a trattenere a lungo la pipì.

Il modo più corretto per capire se il nostro amico ha difficoltà a rimanere solo è fare un video: puntare una telecamera dove immaginiamo che il cane stia in nostra assenza ci permette di capire quanto e se è stressato, nonché di identificare i quattro zampe che, pur senza manifestare in modo evidente il loro disagio, rimangono tutto il tempo a tremare nella cuccia, senza mangiare, giocare o bere, finché il proprietario rientra.

COME POSSO AIUTARLO?

I problemi da separazione possono essere gravi e for- temente destabilizzanti per il cane. Se abbiamo il so- spetto che il nostro beniamino soffra di questi disturbi è necessario rivolgersi a un veterinario esperto in comportamento. In nessun modo bisogna affi- darsi alle miriadi di informazioni che circolano in rete. Viene spesso suggerito, per esempio, di igno- rare i cani affetti da questi problemi prima di andar via e al rientro e di uscire in modo rapido senza che il cane se ne renda conto. Per quanto sia fondamentale eliminare ogni forma di punizione che, come abbiamo detto, peggiorerà l’ansia del cane e incrinerà la relazio- ne col proprietario, uscire all’improvviso o fare finte uscite per – come viene spesso suggerito – abituare il cane alle stesse, porta spesso a un aumento dello stress, e non a una riduzione.

FARGLI CAPIRE SE SI ESCE

Le uscite devono, al contrario, essere ben segnalate al cane. Per esempio, usando una parola (niente di più di una parola) che venga associata dall’animale all’imminente solitudine.

Così facendo, in assenza di quella parola, il cane potrà stare sereno che non rimarrà solo e non sentirà il bisogno (come spesso succede con le “finte uscite”) di controllare sempre i movimenti del proprietario nel rischio che esso possa uscire. Non ignorate il cane al rientro, ma salutatelo senza eccessiva agitazione, l’obietti- vo è dirgli che siete rientrati senza dare troppa impor- tanza a quello che è successo poco prima.

RADIO, TIVù E LUCI ACCESE

Alcuni cani appaiono più tranquilli se li si lascia con la radio o la televisione e con una luce accesa.
Se il cane non è abituato a essere confinato in una stanza, chiuderlo quando è solo non potrà che peggiorare il suo stress. Possono aiutare, in attesa di una visita comportamentale, un aumento dell’esercizio fisico e l’acquisto di tanti giochi che, se il cane non è eccessivamente in ansia, lo possano occupare in un’at- tività masticatoria (ossa, kong riempiti di cibo, strisce masticabili) quando rimane solo a casa.

LA TERAPIA Dà OTTIMI RISULTATI

La terapia specifica dei “Problemi da Separazione” è complessa, ma può portare a ottimi risultati: attraverso modificazioni ambientali e comportamentali si la- vora per ridurre l’eventuale dipendenza del cane dal suo proprietario, fornire stimoli piacevoli durante l’assenza del proprietario, modificare le interazioni tra cane e proprietario e riabituare progressivamente il cane a rimanere solo in casa.

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  1. Anonimo

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